domenica 30 settembre 2012

UNA MERENDA SANA:PASTO IMPORTANTE A SCUOLA E A CASA

E’ finita l’estate, e tutti quanti, adulti e bambini, ritorniamo alle nostre care abitudini e alle regole che scandiscono le giornate e dalle quali ci siamo allontanati durante le vacanze. Per i nostri piccoli le vacanze rappresentano spesso l’assenza di regole anche dal punto di vista alimentare: si svegliano più tardi, spesso saltando la colazione e la merenda, consumano più fuori-pasto e pranzano e cenano con orari molto diversi dal solito.

Ed eccoci qui, al ritorno a scuola, e ai famosi e tanto raccomandati 5 pasti giornalieri: la colazione, tallone di Achille di molti piccolini che pur di dormire il più a lungo possibile spesso la saltano; la merenda di metà mattino e pomeriggio; il pranzo e la cena.

La merenda è anch’essa un pasto fondamentale nell’economia della giornata alimentare di un bambino, in quanto serve da “spezza-fame” ed evita che le ore di digiuno tra la colazione o, per chi malauguratamente non la fa, la cena della sera precedente e il pranzo, o tra il pranzo e la cena diventino eccessive, portando, a causa di variazioni ormonali, ad avere una gran fame al pasto successivo e ad alimentarsi in modo quantitativamente e qualitativamente scorretti.

Dato il suo ruolo di “spezza-fame”, la merenda non dovrebbe fornire troppe calorie, giusto il 5-10% di quelle che il bambino, in base alla sua età e sesso, dovrebbe consumare nell’intera giornata. Per la maggior parte dell’età pediatrica diciamo che siamo sull’ordine delle 70-90 kcal.

Ma, pur essendo così importante, la merenda difficilmente viene gestita correttamente dagli adulti, che tendono spesso o a sottostimarla, facendola così anche saltare spesso ai bambini, vuoi per una sorta di recupero calorico, vuoi dandosi la giustificazione che il bambino non ne sente la necessità; o, viceversa, a sovrastimarla, fornendo alimenti o porzioni molto più vicine a quelle di un pasto.

Ad esempio, in molte scuole d’Italia la merenda di metà mattina viene fornita dalla mensa scolastica, con una alternanza di scelte giornaliere studiate dalle Commissioni Mense del Comune. Qualora i bambini non gradiscano quel “che passa il convento”, non dovrebbe tuttavia esser loro consentito di portare qualcosa da casa; tutto ciò per educare i bambini a scelte alimentari corrette, ed anche per far sì che tutti consumino gli stessi alimenti. Sulla carta questa scelta sarebbe perfetta, ma avviene che siano molti – troppi! – i bambini che non gradiscono la merenda fornita dalla scuola e, cosa ancor più grave, che il genitore sostenga la scelta del figlio, adducendo la motivazione di scelte a suo parere poco salutari e/o appetibili. Come risultato, tollerato dagli insegnanti ormai sfiancati, ecco allora ricomparire tra i banchi le più varie e spesso troppo abbondanti merende portate da casa. E nel pomeriggio, poi, all’uscita di scuola, il rito della merenda si consuma spesso in pizzeria, o davanti a mega-panini imbottiti, per compensare – dicono i nonni o chi si occupa del bambino in uscita – la fatica di una giornata di studio, nemmeno questi figli fossero stati in miniera! O il fatto che il bambino abbia saltato il pasto della mensa scolastica perché non gradito. Per non parlare poi di ciò che avviene dopo appena un’ora di sport, a compensazione del fatto che il bambino si è mosso tanto!

Per capire di quanto sia facile eccedere nelle merende facciamo un esempio pratico e consideriamo un ragazzino di 10 anni, di peso normale; diciamo che per età e sesso dovrebbe assumere durante la giornata circa 1800 Kcal e, considerando che la merenda, come detto in precedenza, dovrebbe rappresentare il 5, massimo il 10% dell’energia giornaliera, essa dovrebbe contenere dalle 90 alle 180 kcal; una merenda tipica per questo ragazzino invece è spesso rappresentata da 1 succo di frutta e una merendina farcita al latte, ovvero circa 230 kcal, mentre se arriviamo – altra merenda tipica – ad una pizzetta farcita sfioriamo le 400 kcal, tacendo del fatto che alla pizzetta si aggiunge spesso una bibita zuccherata!

Dunque la merenda non solo determina un eccessivo introito di calorie, zuccheri e grassi saturi, ma finisce per saziare troppo il bambino, facendogli saltare il pranzo e/o la cena e alterando i ritmi alimentari della sua giornata.

Dunque care mamme e nonni e zie:
  • aiutiamo i nostri bambini a consumare una merenda corretta dal punto di vista nutrizionale, incoraggiando, senza fornire alternative, il consumo di quella scolastica, laddove fornita, oppure, se non viene data dalla scuola, dando loro della frutta di stagione, alternandola magari con dei cracker, uno yogurt e, 1-2 volte a settimana, anche con una piccola merendina non farcita.
  • impariamo a non sovrastimare il consumo energetico dato da un’ora di sport, valutando criticamente il tempo che realmente viene passato in attività di movimento (se ci fate caso, spesso equivale a circa mezz’ora, decisamente non molto!).
  • non compensiamo con la merenda pomeridiana il mancato pranzo, perché in questo modo sosterremo il bambino nel suo rifiuto della mensa scolastica; invece, con fermezza, invitiamolo a consumare o almeno assaggiare il pranzo, e non cediamo alle proteste di aver fame all’uscita di scuola: il pranzo lo aveva a disposizione, se lo ha rifiutato… peggio per lui, o per lei!

Dott.ssa Assunta Martina Caiazzo
Medico Specialista in Scienza dell’Alimentazione

Stampa il post

giovedì 27 settembre 2012

ESPLICITARE


Spesso mi trovo a parlare con mio figlio, magari rimbrottandolo perché non ascolta, non segue nessun consiglio. Vorrei che imparasse ad ascoltare e poi, una volta fatta sua la convinzione, decidesse. Io sono così, ascolto. Ascolto ogni consiglio, ogni parere anche se discordante dal mio. Ma quando si tratta di imposizioni, non sento ragione. Tollero tutto ma non quello che qualcuno vorrebbe impormi, sotto parvenze di consigli, pareri, commenti, usando anche modi di dire celati o chiari e prospettando anche giudizi su fatti che riguardano esclusivamente chi li vive, non conosciuti e non reali, magari solamente per il piacere di imbrattare ciò che, al contrario, dovrebbe spingere un vero uomo a un’intelligente comprensione, educazione e riverente silenzio. Questo mio carattere, così  caparbio, deriva sicuramente dalla mia appartenenza a questo paese che amo e che rispetto, a tal punto che vederlo abusato da chiunque, mi farebbe veramente male. Sono sempre stato così, nel lavoro, nella vita, negli impegni seri e meno seri. Un carattere che mi porta a scavare fino in fondo tutto quello che apparentemente non riesco a comprendere. Mi appaga, alla fine, raggiungere l’obiettivo, se trattasi di un impegno, o della verità, nel caso dovessi cimentarmi per qualcosa di celato, di anonimo. Diviene il mio unico impegno. Testardo come un mulo, direbbe qualcuno o forse, moralmente tanto corretto e onesto da ricercare a tutti i costi la verità? Sono sulla buona strada.


E visto che voglio dare paternità certa a questo mio scritto, anche se il mio pseudonimo “Racalmutese Fiero”  ben mi identifica, mi firmerò

Salvatore Alfano
Stampa il post

mercoledì 26 settembre 2012

MISSION IMPOSSIBLE


Leggo un interessante commento di Giuseppe Guagliano pubblicato su Castrum Racalmuto Domani,  parla del comitato cittadino, dell’annosa questione delle bollette e di eventuali aiuti economici destinati al comune di Racalmuto. Leggo, sempre nel commento, che il comitato avrebbe ottenuto un incontro a Roma  col  ministro Cancellieri. Immediatamente dai cassetti della memoria mi affiora un ricordo legato alla mia infanzia.

Quando ero bambino più volte mi capitava di ascoltare mio padre che raccontava una storia che riguarda il nostro paese. Il mio ricordo non è molto preciso, non mi tornano alla mente i nomi dei protagonisti, tranne quello di Francesco Crispi. Questo è  ciò che affiora alla mia mente: il nostro paese allora, tanto per cambiare, si era venuto a trovare in una situazione molto difficile che non riusciva a risolvere. Il sindaco, la giunta e tutti i consiglieri si riunivano quasi tutti i giorni per discutere e cercare una soluzione.

Fu durante una di queste riunioni che un consigliere chiese la parola e disse: “ signor Sindaco, signori consiglieri, solo il presidente Crispi ci può aiutare”. Il consigliere spiegò all’assemblea che l’unica cosa da fare era quella di chiedere direttamente aiuto al presidente del consiglio nazionale Francesco Crispi. Furono in molti in quel momento a pensare che il loro collega, poveretto, era uscito di senno. Come si poteva semplicemente pensare di arrivare al presidente del consiglio?

Il consigliere che aveva avuto l’idea invece non era per niente impazzito e spiegò che si poteva incontrare il presidente Crispi tramite il prof. “Caio” – lo chiamo così perché non ricordo il nome - che era stato suo compagno al liceo di Agrigento. Il sindaco e tutti gli altri intuirono che la cosa era fattibile o almeno si poteva tentare. Una delegazione, sindaco in testa, si recò dal prof. ”Caio” per convincerlo a partecipare a questa missione impossibile; non fu facile ma alla fine il professore, forse per stanchezza, cedette e diede la sua disponibilità.

Partirono per Roma in quattro: il sindaco, un consigliere di maggioranza, uno di minoranza e il professore. Dopo qualche giorno furono ricevuti dal presidente Crispi che si mostrò cordiale, in particolare nei confronti del suo amico e compagno di banco. Dopo i convenevoli, il sindaco illustrò al presidente il motivo della visita. Il presidente del consiglio improvvisamente si fece scuro in volto e, molto infastidito, disse che lui non era disponibile a fare favoritismi di sorta. Praticamente li mise alla porta in malo modo. I quattro, ammutoliti, si recarono in albergo, recuperarono le loro cose e andarono direttamente in stazione.

Tornavano in paese con le facce e l’animo di chi si sta recando al patibolo, il professore era il più afflitto e rifiutava persino il cibo e l’acqua. Per tutto il viaggio, il sindaco come un disco rotto ripeteva sempre la stessa frase: “cosa raccontiamo al paese?”.  Quando il treno ripartì dalla stazione di Grotte, i loro cuori cominciarono a galoppare, il professore si sentì mancare l’aria, aprì il finestrino e mise la testa fuori per respirare.

Una lunga curva li separava dalla stazione di Racalmuto, quando l’ebbero percorsa si accorsero che la stazione era gremita di gente, sembrava che tutta la popolazione si fosse data appuntamento. I quattro viaggiatori sembravano cadaveri pronti alla sepoltura, il treno raggiunse la piazzola della stazione e la banda cominciò a suonare a festa, sventolavano bandiere tricolori e altre con lo stemma di Racalmuto, il vicesindaco e tutta la giunta al seguito si precipitarono verso di loro abbracciandoli e congratulandosi per il grande successo, anche la gente li accolse con entusiasmo e ovazione.

Da più di dieci ore era arrivato il telegramma dalla presidenza del consiglio con il quale si informava la giunta comunale che Sua Eccellenza, il presidente Francesco Crispi, aveva disposto………… .

                                                                                                                  Roberto Salvo
Stampa il post

martedì 25 settembre 2012

TUTTO DA RICOSTRUIRE


Durante tutti questi mesi in cui ho scritto su Castrum, più di una volta mi è capitato di provare lo scoramento, l’impotenza di fronte a fatti e comportamenti che mi lasciavano l’amaro in bocca e quasi mi facevano riflettere se fosse opportuno continuare a mettere su un foglio virtuale pensieri, ricordi e tanto di quello che, nel corso degli anni è cresciuto in me, il bisogno di riappropriarmi delle mie origini, cercando un’identità sopita per tanto tempo.

Parlando con un amico raccontavo di questo e dicevo che scrivere su questo blog per me rappresenta dimostrare attaccamento per un paese e cercare, quindi, di dare un contributo, seppur minimo, affinchè si possa prospettare per Racalmuto un avvenire più vicino a una realtà che sembra sfuggita al quotidiano di questI luoghi. Poi interrompevo il racconto e riflettendo giungevo alla conclusione che scrivere di questo paese aiuta me stesso, serve a me. Ricavo dal paese quello che mi illudo di tentare di trasmettere ad esso.

Per questo Racalmuto è straordinario, perché nonostante i suoi problemi, le difficili circostanze, la situazione in cui versa, che balza subito agli occhi di chi si inoltra tra le viuzze, cercando forse ricordi che non potrà mai più ritrovare, sepolti con gli anni che sono andati via, ti conquista e, come un anziano parente, non si stacca mai da te. Eppure i ricordi, forse perché tali,  pietosamente rendono opaco tutto ciò che chiudendo gli occhi riusciamo a scorgere nella nostra mente. Immagini che riempiono il cuore di tenerezza, di malinconia.

Quelli erano anni! Camminare per le stradine, aspirare i profumi che provenivano dalle botteghe e osservare gli anziani avvolti nei loro scialli scuri, dava quella sensazione di “pulito”. Racalmuto non era così come è adesso. La realtà di quel paese di allora ruotava attorno a dei principi morali che ne facevano una regola unica e imprescindibile. Tante cose non si facevano, tanti misfatti non si consumavano perché esisteva una morale che impediva di oltrepassare certi limiti e di avventurarsi in percorsi che avrebbero potuto danneggiare altri. C’era la solidarietà. Anche gli avversari avevano rispetto l’uno dell’altro. E come Peppone e Don Camillo, al momento del bisogno, si ritrovavano a tendersi la mano e ad aiutarsi reciprocamente.

Questo era Racalmuto fino a qualche, forse tanti anni fa. Poi tutto è precipitato: i giovani si affacciavano imperiosamente alla vita politica e soppiantavano gli anziani che inesorabilmente cadevano sotto le parole, i comizi fatti di vocaboli più ricercati, più diretti, frasi impenetrabili, più violente. Qui è sempre stato così, le nuove generazioni, soppiantando le vecchie, hanno rappresentato un progresso, seppur minimo. Infine i fatti recenti, amministrazioni fuori dalle regole, il commissariamento del comune, l’incandidabilità di alcuni vecchi amministratori.

Cosa è successo a Racalmuto? Perché non si è saputo trasportare nel presente ciò che di buono ci aveva dato il passato? Sicuramente il benessere ha amplificato la voglia di agiatezze e questo ha distorto le idee e gli ideali di alcuni. Adesso si ha la sensazione che in paese si proceda a tentoni, si cercano gli argomenti che possano fare breccia sul popolo, frasi ad effetto, si provano le strade per conquistare il consenso popolare e, la sensazione che ho io è che  ci si allontana sempre più da tutte le cose positive del passato, che per arrivismo, bramosia di potere e di ricchezza, non siamo stati capaci di mantenere. Una morale che lascia ancor più sconcertati se si pensa che qui non è rimasto davvero nulla da spartire ma solo da ricostruire.

Questo è quello che  ho dentro, pensando comunque che il mio contributo, il mio modesto richiamo al buon senso, il mio semplice cercare di far riflettere, non mi abbandoneranno mai e mi spingeranno sempre a far scrivere i miei pensieri su queste pagine virtuali. Forse perché io ho bisogno di questo paese.

Racalmutese Fiero
Stampa il post

lunedì 24 settembre 2012

Caro Ignazio ti scrivo


Mi dispiace  aver suscitato in te quella sgradevole sensazione che riferisci nel commento, scusami, non era mia intenzione. Ci sono diversi tipi di paese:  il paese veramente straordinario, il paese della ragione, il paese della trasparenza, il paese di “li carcagnola” o semplicemente il paese normale;  è il popolo sovrano che sceglie democraticamente. I cittadini a volte hanno difficoltà a trovare persone capaci che sappiano assumere posizioni in merito alle proposte popolari , che siano interessate al cambiamento e a perseguire il bene del paese,  poiché in tanti fanno soltanto demagogia.

Con questo blog cerchiamo di far confrontare i lettori affinché avvenga  un civile scambio di opinioni. Qualcuno ci ha accusato di stare con le mani in tasca e di non produrre altro che chiacchiere, per questo abbiamo deciso di fare delle proposte concrete, naturalmente senza alcuna presunzione di dettare l’agenda né ai partiti né ad altri, conosciamo le regole dei partiti e conosciamo bene e rispettiamo anche le regole della democrazia, sappiamo che qualunque cittadino eleggibile può essere eletto e  assumere cariche politiche, ovviamente.

Scusa se insisto nel ribadire che le nostre sono semplicemente proposte,  è la storia che ci insegna che al momento giusto i cittadini a qualsiasi fascia sociale appartengano, qualunque grado di istruzione abbiano, sanno tutti cosa fare.

In merito alle nostre proposte non so se sia meglio che i partiti non ne parlino; mi chiedo, meglio per chi?, il silenzio non depone certo a loro favore, i cittadini potrebbero pensare che i politici non sono d’accordo e quindi qualora dovessero amministrare non sarebbero trasparenti o che non avrebbero intenzione di rinunciare ai compensi per le loro cariche, nonostante le gravi difficoltà economiche in cui versa il paese. Personalmente non condivido questa loro posizione, ma la rispetto.

Per quanto riguarda le ultime notizie sulla incandidabilità, a cui accenni, non credi che ci riportano inevitabilmente al punto di partenza?  Quale tipo di paese sceglieranno i racalmutesi? Se sarà la scelta giusta certe cose non si ripeteranno. Come racalmutese non residente, faccio ai miei concittadini tantissimi auguri.

                                                                                                            Roberto Salvo
Stampa il post

sabato 22 settembre 2012

PROPOSTE NON IMPOSIZIONI


Abbiamo letto l’intervista ai Commissari su Malgrado Tutto, dove lamentano attacchi ingiustificati che si riferiscono al loro operato. Nello scorrere l’articolo si legge l’amarezza, il disappunto per alcuni post apparsi su un blog locale. Il giornalista Egidio Terrana, forse per distrazione o per dimenticanza o perché nessuno ne ha parlato,  non riporta alcun commento su Castrum Racalmuto Domani. Strano  che i Commissari non abbiano fatto alcun riferimento anche al nostro sito, alla luce anche del fatto che  alcuni esponenti di partito avevano avuto modo di ascoltare apprezzamenti per il nostro blog, dalla Commisione, che lo descriveva libero nel pensiero, definendolo coscienziosamente obiettivo.

Abbiamo letto anche la reazione del blogger locale che  si ritiene amareggiato e dice che la sua libertà è in pericolo….Tutto ciò ci lascia alquanto perplessi.

Ripartiamo dall’inizio: a marzo 2012 il comune di Racalmuto veniva sciolto per infiltrazioni mafiose. Ad aprile arriva la terna dei Commissari: Il prefetto Tramonti, il dott Galeani, il dott Buda. Arriva, insomma lo Stato, lo Stato di diritto e della legalità.

E’ chiaro che i Commissari essendo funzionari applicano le regole e non conoscendo appieno la realtà locale, avrebbero avuto bisogno di tempo e collaborazione, non di contrasti, per venire a capo di una situazione ingarbugliata. In tutti questi mesi abbiamo  assistito ad un continuo susseguirsi di attacchi, ingiurie, invettive, ribellioni – molte volte per partito preso – che hanno contribuito a rendere incandescente un clima già di per sé poco sereno.

Abbiamo ascoltato,  annichiliti,  le invettive di chi pretendeva che le regole non venissero applicate o lo fossero parzialmente e, se mai, diluite nel tempo o peggio, ad uso e consumo di chi avrebbe dovuto interpretarle e attuarle. Abbiamo letto, più volte, furiose accuse di chi si sentiva sottratto da abitudini e modi di pensare non rispondenti a comportamenti ineccepibili. Tanti gli attacchi per la festa della Madonna del Monte, dimenticando che  nell’applicazione delle regole, possono trovare benissimo posto le tradizioni.

Giusta, infine  la protesta, civile protesta per la TARSU, purchè non strumentalizzata che ripetiamo, oltre a rappresentare una tassa per dei servizi carenti, colpisce anche  fasce di persone con reddito minimo e crea disparità con chi evade e nei confronti di chi non ha difficoltà economiche. Ci preme ricordare, però, che la faccenda della spazzatura non è l’unico problema a Racalmuto e che le proposte avanzate dal comitato cittadino art 1, che ha presentato in Comune le firme contro l’aliquota e non ha reso ancora noto l’elenco degli appartenenti e il programma, non si devono limitare alla TARSU  o solamente alla sfera delle tasse;

esiste una società “fantasma” fatta di persone che hanno serie difficoltà economiche, si deve affrontare la crisi dell’agricoltura, del commercio e dei servizi,  non va dimenticato il precariato e la carenza dei posti di lavoro. Tanto va speso, in termini di impegno, per i giovani e per gli anziani. Si deve affrontare, al più presto, la questione del piano regolatore, il problema del centro storico che rischia di scomparire a breve, se non si pone immediato rimedio, la zona industriale e tante altre situazioni che rimangono pendenti da svariato tempo.

Tutto però, anche le proteste più accese e non le rivolte – come qualcuno le ha definite – non debbono fomentare odio o risentimento verso chi è venuto a ristabilire la legalità in un paese che aveva perso la…ragione. Ci rendiamo conto - più volte lo abbiamo scritto - che i Commissari avrebbero dovuto favorire maggiormente il dialogo con la gente, anche con la gente comune. Pensando di interpretare il pensiero della terna prefettizia, quando parla di non volere alcun confronto con chi ha trascinato il paese nella situazione in cui versa, diciamo che l’espressione vorrebbe significare che lo Stato non deve trattare con chi ha fatto propri i comportamenti  fuori dalle regole.

In tutti questi mesi il  modo di manifestare così ostile non è stato un fatto isolato. Attacchi inammissibili, soprattutto nei contenuti, ancor di più se a farli sono persone che per la loro estrazione, per la cultura, per la mansione svolta nella società  dovrebbero, per primi, riconoscere il valore dello Stato e quindi della legalità. Questa non rappresenta certo una crescita civile e sociale, questo è un modo di agire già visto più volte, quello del criticare a tutti i costi ancor prima di conoscere fatti e valutare auspicabili risultati.

Noi siamo con i cittadini, per l’affermazione dei loro diritti, per le manifestazioni civili  che esprimano anche dissenso ma in modo civile. Siamo per le proposte fattive che rappresentino motivo di confronto e non accettazione passiva e che apportino miglioramenti alla vita del paese e a tutti i racalmutesi. Avremmo preferito che le proposte, apparse su Castrum, fossero discusse dai politici e dai cittadini tutti. Non abbiamo la presunzione di dettare regole o comportamenti, ognuno avrebbe potuto dire la sua, magari in contrasto con le nostre idee e proporre percorsi alternativi ritenuti più validi.  E siamo anche con lo Stato, pur essendo convinti che Racalmuto non è il paese della mafia, ma siamo con chi è venuto a ristabilire con le regole, una ragione che si era persa.


Racalmutese Fiero
Stampa il post

venerdì 21 settembre 2012

Il paese di “li carcagnola”


Non c’èra domenica quando ero ragazzo che assieme ai miei amici, a metà pomeriggio, non si andasse a trovare “lu zi” Gianni in quella specie di retrobottega dove, ancora prima di arrivarci, sentivamo quell’odore particolare della “roba cotta”. Ricordo lo zio Gianni  sempre sorridente, in particolare con noi ragazzi era di una gentilezza disarmante. Vederlo armeggiare davanti a quei pentoloni con un lungo gancio in mano era uno spettacolo, il tavolo dove serviva era una grande lastra di marmo.

Gli avventori, di ogni età, si posizionavano attorno al tavolo e ognuno aspettava di essere servito. Quando arrivava il nostro turno, con il sorriso e una parola affettuosa, ci chiedeva cosa volevamo, poi  infilava il gancio dentro quei pentoloni e, come per magia, venivano fuori: carcagnola, mussi, piduzzi di bue, quagliarieddi, zinè, certe callosità che, fortunatamente,  non capivo cosa fossero, ginocchia di bue, mammelle di vacca e il buonissimo e squisito sanguinaccio.

Se chiudo gli occhi anche adesso mi sembra di sentire quegli odori e quel sapore unico del sanguinaccio che lo zio Gianni tagliava a grosse fette e ci serviva sopra un pezzo di carta oleata. Ancora oggi quando lo incontro nella macelleria dei figli mi saluta con lo stesso sorriso di allora. Quanto tempo è passato! Purtroppo lo zio Gianni  non  cucina più la roba cotta, anche se nei nostri ricordi di ragazzi quei fotogrammi non si perderanno mai.

Racalmuto è stato sempre un paese godereccio, anche oggi ci sono moltissimi bar, ristoranti, rosticcerie e tantissime pizzerie. D’estate questi locali sono sempre pieni; ragazzi di tutte le età e famiglie intere cenano beatamente all’aperto godendo la frescura della sera.  Racalmuto è un normalissimo paese siciliano dove    il tempo forse  scorre un pò più lentamente.

Un paese stretto come in una morsa tra due castelli, un paese dove pensare di cambiare le cose è una perdita di tempo, un paese dove tutti ti consigliano di fregartene,  dove la gente crede che cambiare sia inutile, dove i politici , a qualunque partito appartengano, faranno esattamente le stesse  identiche cose, un paese dove si preferisce criticare invece di fare, dove più buio di mezzanotte non può fare,  dove non si fa niente per niente, dove non conta cosa fai ma perché lo fai,  dove è meglio l’uovo oggi che la gallina domani, un paese che ha una festa per metà religiosa e per metà pagana,  che spesso smarrisce la propria identità,  che si vanta dei suoi figli illustri senza sapere perché,  un paese che in tanti non capiscono perché sia veramente straordinario, un paese che cambierà solo ed esclusivamente con il ricambio generazionale e non importa quante generazioni ci vorranno.  Un paese dove abbiamo la nostra amatissima Madonna “di lu Munti” che vede, provvede e ci protegge. Speriamo.

                                                                                                              Roberto Salvo
Stampa il post

giovedì 20 settembre 2012

LA QUESTIONE MORALE


Si fa sempre più pressante il dibattito nazionale sulla questione morale e sulle decisioni che deve prendere il Parlamento sulla candidabilità di uomini politici condannati o ancora sub judice (ovvero con carichi giudiziari pendenti). Una questione che gran parte di politologi e statisti mettono al centro del problema italiano. Ritengo che la questione morale appartenga a ciascuno di noi e debba essere una regola di vita ancorché una questione politica.

La questione morale non si esaurisce nel fatto che, essendoci dei ladri, dei corrotti, dei concussori nella politica e nell'amministrazione, bisogna scovarli, bisogna denunciarli e bisogna metterli in galera. La questione morale, nel recente passato di Racalmuto, fa tutt'uno con l'occupazione del municipio da parte di certi politici e certi partiti , fa tutt'uno con la guerra per bande, fa tutt'uno con la concezione della politica e con i metodi di governo di costoro, che vanno semplicemente abbandonati e superati.

Credo che sia prudente da parte di organi di comunicazione valutare attentamente la cessione di spazi a politici che sono stati condannati per reati riconducibili alla loro attività di governo e sottoposti a misure di prevenzione dell'interdizione politica per fatti riconducibili allo scioglimento per infiltrazioni mafiose al comune di Racalmuto, al fine di poter allontanare e superare certi metodi di governo messi in atto da costoro in maniera scientifica, per un ventennio.

La passione politica è finita? Per me credo proprio di no.

Ma per gli altri politici? Non voglio dar giudizi e mettere il piede in casa altrui, ma i fatti ci sono e sono sotto gli occhi di tutti. I politici che abbiamo conosciuto sino ad oggi sono soprattutto paludate macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile  zero. Perseguono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli senza perseguire il bene comune.

Ecco perché i partiti possono provare d'essere forze di serio rinnovamento soltanto se finiscono di essere un coro di muti che ascoltano i loro silenzi ed aggrediscono in pieno la questione morale andando alle sue cause politiche. Quel che deve interessare veramente è la sorte del paese. Se si continua in questo modo, a Racalmuto la democrazia rischia di restringersi, non di allargarsi e svilupparsi; rischia di soffocare in una palude che un tempo fu il paradiso degli  ortolani.

Ignazio Scimè
Stampa il post

mercoledì 19 settembre 2012

Un ricordo pi LU ZI TOTU MULE'


Si è spenta la voce di un grande cultore dei canti popolari racalmutesi . LU ZI TOTU MULE' era un conoscitore prezioso delle nostre tradizioni. Riusciva a cantare per ore intere gli stornelli,i canti d'amore,di lavoro ,di sdegno e quelli religiosi ,che conosceva a memoria e che rappresentano la letteratura popolare del nostro Paese. La sua voce alta , tonante , melodiosa e talvolta tagliente inca...
ntava e divertiva i suoi ascoltatori. I suoi canti sono stati ascoltati , vivamente apprezzati e registrati dal professore di Tradizioni Popolari Sergio Bonanzinga dell'Universita' degli studi di Palermo, Facolta di Lettere e Filosofia e tuttora sono oggetto di interesse da parte di numerosi etnologi.

Isabella Martorana Messana
Stampa il post

APATICI E RASSEGNATI ?


Uno strano silenzio incombe su Racalmuto……sembra l’inizio di un thriller  e invece è  la realtà. E’ quello che si ascolta, un assordante silenzio, per dirla con frasi fatte. Credevamo, avanzando le proposte su Castrum, invitando tutti a partecipare al dialogo, al confronto, che i primi a farsi vivi sarebbero stati proprio loro: i politici. Siamo stati smentiti  e, peggio ancora, tutto ciò suona come  un  dissenso per quanto proposto  e  che, volendo  travisare, si può interpretare  come   l’attaccamento alla poltrona e meno, molto meno al paese. Qualcuno  riferisce che i tempi non sono maturi per argomentare con scrupolosa saggezza e alto senso civico, ignaro quanto sia costantemente necessario dialogare confrontandosi,  innescando  gli animi  per una presa di coscienza  che stimoli  le menti a produrre soluzioni.  Perché non pensare, da subito, ai rappresentanti di quartiere che, facendosi carico dei problemi della propria zona, fungano da collettore tra le istituzioni e  la cittadinanza. Gente  capace, che porti alla luce le necessità di quanti vivono nelle difficoltà o che abbiano a cuore la manutenzione dei luoghi dove abitano. Buona parte pensa,  in paese,  che  ancora  mancano quasi due anni alla fine del commissariamento e non val proprio la pena rivelare in anticipo  strategie e programmi; perché sprecare  parole e azioni per qualcosa che  ancora è lontano dal materializzarsi?  Io sono sempre più convinto, invece, che proprio nei momenti in cui  si rischia  di toccare il fondo, dal punto di vista economico  soprattutto, debba venir  fuori d’impeto, con prepotenza,  la ribellione  nel vedere    ferite  ancora  vive  di questa società  che ha smarrito la strada, non è una colpa, ma rischia di non riuscire a ritrovarne una nuova,  questo  sarebbe  grave.  Le nuove generazioni a  Racalmuto rappresentano una porzione minima,  tanti  quelli che sono andati via da un paese che  offre poco  come alternativa  ad  una bottiglia di birra stretta tra le mani e non  riesce a creare nuovi posti di lavoro.  Nonostante ciò,  leggo  i commenti dei giovani che arrivano su Castrum e che denotano il voler  fare,  stimolati anche da una mentalità che nel corso degli anni si è  evoluta  partorendo giovani in grado non solo di discutere con competenza  di politica, cultura ma anche capaci  di valutare la portata di un fenomeno politico del passato raffrontandolo ad un modello istituzionale moderno e capace di trovare soluzioni veloci e proficue. Quello che manca  forse  è, come ho già detto, la  leadership  che permetta ai ragazzi di Racalmuto di seguirne idee e progetti. Qualcuno che mostri il percorso e metta assieme  i tanti movimenti, le tante idee,  i tanti progetti,  prendendo il meglio da tutto e trasformandolo in metodo per raggiungere l’obiettivo. Credo che il silenzio attuale, il disarmante declino, l’attesa per future elezioni, ancora lontane, debbano  far scaturire lo stesso la voglia di fare, adesso, senza strategie, cercando le collaborazioni che rappresentino il rifiuto all’apatia, inevitabile anticamera della rassegnazione.

Racalmutese Fiero
Stampa il post

martedì 18 settembre 2012

FATTI E NON PAROLE


Signor Salvo, la sua analisi oltre ad essere ineccepibile direi che è inevitabilmente condivisibile in toto. Chi si appresterà a ricoprire la carica di primo cittadino e ogni altro ruolo di rappresentanza del popolo, visti gli accadimenti del recente passato,è d'obbligo e ha l'obbligo di far suo il criterio della trasparenza in ogni singolo atto di rilevanza collettiva e non. 

Alcuni, forse d'istinto, ad oggi autoconvintisi che si potranno cimentare con successo alla conquista della poltrona di sindaco, in risposta ad un'analisi attenta, che condivido, di Savatteri, pensano che un sindaco ONESTO non potrà mai essere solo, forse non essendo riusciti a cogliere la vera portata del ragionamento di Savatteri. E' nella stessa definizione che già il puntualizzare l'onestà diviene cosa impropria, poichè per solitudine politica credo che il Savatteri abbia inteso la capacità di creare un "fenomeno" politico dove tutti i cittadini si ritrovino ove convogliare le istanze sociali di chiunque e quindi un fenomeno che non sia un "fuoco di paglia" temporaneo ma un comune sentire d'opinioni e idee solide tanto da cementare le basi politiche di un'intera coalizione per una fruttuosa e duratura amministrazione politica, condivisa dai più.

L'onestà dell'uomo politico non va rimarcata, poichè dovrebbe essere relegata al rango delle cose ovvie, il fatto stesso di rimarcare non è garanzia di buona amministrazione perchè si può essere il politico più onesto del mondo ma privo di idee e progettualità fruttuose e condivise da tutti, magari assumendo decisioni anche errate e aberranti ma oneste, ed ecco che in quel caso pur essendo onesti si è politicamente soli e con la solitudine s'innescano metodi assai vecchi basati su una perenne compravendita del do ut des fra varie compagini politiche, cosi' come ahimè  è accaduto nel recente passato tanto criticato.

E' vero la casa comunale dovrebbe divenire la casa di cristallo allorquando la gente sceglierà da chi farsi rappresentare, ma anche lei Signor Salvo converrà con me, che ad oggi non si intravede compagine politica che abbia il culto della trasparenza e della progettualità ed ecco che già da ora, senza aspettare il tempo delle elezioni, è necessario inculcare la mentalità delle proposte trasparenti a chi si farà avanti per ricoprire cariche pubbliche di ogni tipo. Di proposte se ne possono fare quante se ne vogliono, e in un certo senso già in questo blog si sono avanzate idee eccellenti, che purtroppo come si può ben constatare dalle pagine virtuali di questo blog, sono rimaste prive di ogni tipo di valore; perchè? perchè manca il culto della trasparenza in coloro i quali hanno l'ambizione di andare a fare  il sindaco, dato eccessivamente palese.

Ogni proposta va correlata puntualmente dalla citazione del capitolo di bilancio ove andare ad attingere il denaro per concretizzare quell'idea, altrimenti si corre il rischio che come sempre in campagna elettorale si sentiranno idee stratosferiche e all'indomani la giustificazione delle inadempienze sarà motivata con la famosa scusa della mancanza di fondi; ed ecco che saremmo punto e a capo con un cambiamento di metodo mai di fatto arrivato. Molti ancora stentano a comprendere che la politica dei facili proclami è finita, a mio parere il medesimo sforzo nell'elargire futili proclami, con i quali chi si reputa uomo onesto dovrebbe porsi il problema della perdita di faccia, dovrebbe essere sostituito con un identico sforzo a progettualizzare quel cambiamento tanto proclamato e annunciato e dimostrane a priori le strade concrete per trasformare in fatti quelli che ad oggi sono soltanto proclami e non idee.

La casa di cristallo si inizia a costruirla solo in questo modo, tassello dopo tassello e piano sopra piano,solo in questo modo e con questi metodi davvero si potrà costruire quel fenomeno politico di coesione e pacificazione sociale antitetico alla solitudine ove ognuno possa riconoscersi e con il quale si può fondare la concreta speranza che Racalmuto può davvero sollevarsi; se poi analizziamo che sul web anche anonimamente la gente tenta di capire progetti e obiettivi di chi si fa avanti anche costituendosi in comitato, mossa dalla sfrenata voglia di risollevarsi per poi assistere ad una delusione fattiva collettiva additata a svariate motivazioni, una per tutte perchè annunci intrisi da un'eccessiva dose di demagogia dei proclami, ci si rende conto che di strada ancora ce n’è tanta da fare prima di arrivare a gettare la prima pietra per la costruzione di una vera CASA DI CRISTALLO.

Grazie
VOLUTAMENTE ANONIMO. 
Stampa il post

lunedì 17 settembre 2012

IL PAESE DI CRISTALLO


Dopo le denuncie e le proteste è arrivato il momento delle proposte. Bisogna pensare in tempo a nuove iniziative, quando i commissari avranno esaurito il loro compito e la democrazia popolare tornerà ad esprimersi. Noi pensiamo siano necessarie delle  REGOLE,  di questo ha bisogno Racalmuto, nuove e semplici regole, per non cadere mai più nei vecchi vizi del passato, per abbandonare la vecchia politica baronale, i vetusti sistemi clientelari e il becero nepotismo, largamente usati e abusati in passato. Regole chiare che, chi governerà dovrà fare proprie con umiltà e senso del dovere per il bene del paese.  La nostra prima proposta , che vogliamo discutere con tutti i cittadini, è la realizzazione della  “CASA DI CRISTALLO”.

Pensiamo che la rete possa essere lo strumento giusto se utilizzata con sistematica attenzione e professionalità; bisognerà istituire una commissione paritetica tra tutte le forze politiche e con la presenza di rappresentanti della società civile. La rete può essere l’unico modo per collegare chi amministra con il popolo sovrano. Pensiamo alla creazione di un sito del comune o al miglioramento di quello già esistente , dove tutto deve essere minuziosamente pubblicato in tempo reale: la parte amministrativa con tutte le delibere, i verbali, gli atti di tutte le riunioni e ogni attività del comune.

Lo stesso deve avvenire per quanto riguarda la gestione del teatro Regina Margherita, della Fondazione Sciascia, del castello Chiaramontano e di tutto il resto.
Le nomine, gli incarichi, le convenzioni, le consulenze devono essere motivate ai cittadini, evitando speculazioni di ogni tipo.

L’amministrazione  pubblica deve essere agli occhi dei cittadini, senza veli, tutto deve avvenire alla luce del sole, chiunque deve poter visionare in qualsiasi momento tutte le iniziative e le attività dell’amministrazione comunale. La trasparenza si lega alla semplificazione e alla partecipazione, garantire i diritti significa infatti da un lato eliminare o almeno ridurre gli ostacoli burocratici e realizzare un comune che si apra alla partecipazione dei cittadini.  In questo ambito i cittadini potranno anche esprimere le loro opinioni in merito alle iniziative di chi amministra e, a loro volta, gli amministratori potranno conoscere le opinioni e i suggerimenti dei cittadini. Naturalmente questo da solo non è sufficiente, bisogna anche che emerga una classe politica, giovane o meno, che abbia una nuova concezione in merito al modo di amministrare il paese. Persone capaci  che intendano svolgere il difficile compito spinti dal desiderio di rinnovare e far rinascere il paese, cercando di risolvere i tanti problemi che lo affliggono,  soprattutto: dando speranze ai giovani, occupandosi di chi è in difficoltà a causa della crisi e della scarsità di lavoro, avendo riguardo per le fasce più deboli,  amministrando la cosa pubblica come farebbe un buon padre di famiglia. 

Pensiamo che chiunque si candidi a sindaco  dovrebbe preventivamente dichiarare ai cittadini elettori che rinuncerà a ogni compenso  da parte della amministrazione comunale, allorquando non sia disposto a rinunciare ai guadagni derivanti dal suo precedente lavoro di dipendente o professionista, lo stesso dovrà valere per il presidente del consiglio, per gli assessori e i consiglieri, dando prova che ciò che li spinge ad amministrare Racalmuto è la passione politica e l’amore per il proprio paese.

Questo è già avvenuto in altri comuni che hanno utilizzato il denaro risparmiato per iniziative nell’interesse dei cittadini. Auspichiamo che coloro che si candideranno a sindaco dichiarino che loro e la propria squadra governeranno a costo zero per il paese.   La speranza è che le forze politiche che si preparano a governare, condividano questa iniziativa, dando prova di volere dare una svolta definitiva al passato.  Questo blog, qualora lo si chieda, è a disposizione di tutti  per raccogliere le idee e raggiungere l’obiettivo prefissato.

                                                                                                                  Roberto Salvo
Stampa il post

domenica 16 settembre 2012

CHI TRACCERA’ LA STRADA


Quello che leggiamo su Malgrado Tutto, “La solitudine del prossimo sindaco”, a firma Gaetano Savatteri, rappresenta una chiara radiografia di una recente realtà che scaturisce dall’avvicendarsi degli accadimenti di un lontano passato che, sicuramente, riservava a Racalmuto attenzioni ben più accorte e ancor più capaci rispetto a quello che attualmente la società civile esprime. Chiara la ricerca , forse vana, di identificare una  classe dirigente che possa portare avanti programmi con la precisa volontà di metterli in atto. E non si risentano i giovani per le parole di Savatteri, quando parla di queste nuove leve come forza nuova o passaggio generazionale, non certo identificandoli come classe politica in una società che versa in gravi problemi economici  e, quindi, con una crisi occupazionale profonda che, spesso, porta i ragazzi a tentare fortune altrove. Il ruolo dei giovani reputo debba essere una fattiva azione di critica costruttiva, insostituibile serbatoio di idee e proposte, validissimo vivaio per futuri impegni politici, culturali e sociali. La crisi colpisce anche i ceti più abbienti, soprattutto in una realtà priva di strutture idonee per lo sviluppo economico. In un paese dove il turismo, l’agricoltura, il commercio - una volta fiorente, che rappresentava una ricchezza, anche se misera, per il paese -  stentano non poco,  trova  difficoltà a svilupparsi persino una certa frangia  di persone  identificabili in  gruppi sociali, in grado di esprimere  movimenti culturali e che possano rappresentare un modello trainante per approdare a soluzioni sempre più moderne e capaci di trascinare un paese fuori dal baratro. Probabilmente ne esce una fotografia desolante, ma dobbiamo tutti cercare il modo di saper cogliere gli spunti proprio da una situazione contingentemente negativa. Si percepisce in paese il disorientamento di chi vuole proporsi, forse prematuramente, come forza del nuovo,  ma muove approssimativamente i primi passi. Di chi, appartenendo a un recente passato, pur non avendo colpe, rimane sfiduciato e di chi, pur possedendo onestà e competenza, non si propone per evitare di essere incluso nella lista dei cattivi o dei tornacontisti. Di chi della politica ne ha fatto sempre un mestiere e vorrebbe accaparrarsi ancora la  parte di un misero osso. Il quadro che si percepisce a Racalmuto è questo, tanto agitarsi ma senza una direzione  e un modo di avanzare precisi.  Ritengo occorra una presa di coscienza, soprattutto, della situazione in cui versa il paese, metabolizzando che azioni del passato vanno evitate a tutti i costi. Ma, soprattutto, credo  si debba tracciare , con coraggio e risolutezza la strada da percorrere per raggiungere un chiaro obiettivo e la si percorra, assieme, con competenza, coraggio, onestà  e risolutezza. Solo in questo modo potranno coagularsi le migliori forze esistenti a Racalmuto e si potrà finalmente intraprendere l’unico percorso costruttivo per il bene del paese.

Racalmutese Fiero
Stampa il post

sabato 15 settembre 2012

CAPIRE PER SCEGLIERE


Arrivo terzo, dopo Volutamente Anonimo e Salvatore Alfano, quindi mi scuso se nel mio intervento ci sono delle inevitabili ripetizioni di quanto detto da chi mi ha preceduto. Personalmente non ho mai pensato al Comitato Art.1 come ad un avversario o ad una associazione da contrastare. D'altronde come potrei farlo nei confronti di chi sostiene di essersi organizzato per il bene del paese che amo? Quelli che scrivono in questo blog si sono indignati quando qualcuno insisteva nell’affermare che le uniche risorse di Racalmuto andavano ricercate nei ragazzi di Regalpetra, non considerando tutti gli altri. Oggi la nostra perplessità sta nel fatto che ancora nessuno è riuscito a capire cosa sia realmente questo Comitato Art. 1: chi sono i costituenti, quali siano gli obiettivi reali che si prefiggono, se chi ne fa parte appartiene solo alla società civile o ci sono anche rappresentanti dei partiti politici, se hanno solo uno scopo di natura sociale o pensano di trasformarsi in una forza politica da proporre ai cittadini alle prossime elezioni.  Gli interrogativi, che a tanti sono sorti e che qualcuno con decisione ha posto alla persona del sig. Guagliano, in qualità di presidente o primo rappresentante e coordinatore del Comitato, sono legittimi e sinceri. Nasce quindi la necessità di capire di cosa si tratta per potere giudicare, criticare o aderire. Peccato! Con grande delusione, prendiamo atto che ventiquattro ore non sono bastate ai dirigenti del Comitato Art.1 per dare le risposte ai tanti quesiti che i cittadini ponevano loro. Adesso bisognerà capire perché. Forse la lista di chi ne fa parte è impresentabile oppure un programma organico in realtà non esiste? Mi domando se questo fantomatico comitato sia solo una semplice idea buttata sulla carta e niente di più. Continuare a rinviare il chiarimento non fa bene al Comitato,  non fa bene ai cittadini e non depone certo a favore di quanto sostenuto con tanto ardore da chi questo fantomatico Comitato rappresenta. Cosa devono pensare i cittadini, soprattutto quelli che a questo Comitato hanno creduto? Questo è il nuovo che si propone per il futuro governo della nostra città? Se così dovesse essere, allora  forse sarebbe meglio rinunciare alla democrazia rappresentativa e farci amministrare da un commissario sino a quando non riusciremo a capire di cosa ha veramente bisogno il nostro paese.

                                                                                                                Roberto Salvo
Stampa il post

venerdì 14 settembre 2012

L’ASSEMBLEA DELLA VERGOGNA


Abbiamo aspettato, abbiamo sperato, eravamo certi che, i componenti il sedicente comitato cittadino art 1, avrebbero fornito ampie e chiare risposte ai quesiti avanzati dai cittadini su questo blog. Sono passate più di 24 ore ma abbiamo ricevuto solamente un documento, a firma di Guagliano, che non soddisfa le domande che rimangono, purtroppo, disattese. Tutto parte dalla costituzione del sedicente art 1 e dalla massiccia propaganda effettuata dal Guagliano. Viene indetta un’assemblea cittadina per manifestare, dicono, contro un’aliquota sui rifiuti solidi urbani, che rischia di strozzare i racalmutesi. L’assemblea cittadina è servita, a nostro giudizio, come azione preparatoria alla costituzione di una formazione politica per future cariche elettorali, una vera, prematura, propaganda elettorale. Una assemblea che non è stata trasparente e che ha mirato a carpire la buona fede dei cittadini. L’attuale sedicente art 1, non fornisce nessuna risposta definitivamente chiara alle domande poste, forse perché se lo facesse, non  potrebbe giustificare l’esistenza, tra gli iscritti, di tanti che non dovrebbero starci. E non fornisce nemmeno risposte ai tanti cittadini ignari che non sanno come comportarsi, se pagare o aspettare che la situazione evolva a loro favore. L'unico consiglio, imprudente diremmo, da parte del blogger di regalpetra, per arginare il problema dell'aliquota e i cumuli della spazzatura ammassati agli angoli del paese, qual è!?  "Io non voto nessuno..." Per risolvere cosa, fare andare avanti esponenti politici che non vorremmo mai al potere o, forse, attirare su di se le attenzioni di alcuni schieramenti? Del resto, abbiamo assistito tutti a nascite in un partito, adolescenze in un altro, maturità in un altro ancora, per approdare, non definitivamente, in una nuova corrente politica, nuova per chi approda e non per chi ci stanzia da tempo, rappresentando un passato di mal governo a Racalmuto che non rende certo orgogliosi. Affermare, quindi, che non si può collocare il sedicente comitato in una corrente politica, piuttosto che in un’altra, non rende merito alla verità. Quello a cui abbiamo dovuto assistere, increduli e nostro malgrado, è stato lo spettacolo peggiore trasmesso a Racalmuto: accanto ai promotori il sedicente comitato cittadino, facevano bella mostra buona parte degli appartenenti la vecchia politica, quella politica tanto criticata e attaccata dal trasformista, politicamente parlando, Sergio Scimè sulle pagine del suo blog e in ogni discussione in piazza.  Nella nota di Guagliano leggiamo che la Chiesa ha stretto alleanze col sedicente art 1, alleanze che ci lasciano sbigottiti.  Noi riferiamo quello che, a chiare lettere,  è stato scandito in occasione dell’assemblea e cioè che l’arciprete Martorana  sconfessa questo sedicente comitato che, a suo dire, non rappresenta la vera svolta e addirittura dichiara di volerne costituire uno che possa proseguire  idee e  progetti dell’arciprete. Assistiamo allo sciorinare di parole, frasi fatte, esposizioni varie, scenari infuocati, quadri passionari, a volte epici. La delibera sull’aliquota era stata firmata dai Commissari a giugno, strano leggere che non si era a conoscenza del fatto e che, addirittura, il Commissario abbia omesso di darne notizia. Ricordiamo che il giorno 6 mattina, a poche ore dalla famosa assemblea, gli appartenenti al sedicente comitato, che si trovavano in Comune, avevano ricevuto piene informazioni circa l’aliquota sulla TARSU e sapevano, per certo, che non c’era volontà alcuna, da parte dei Commissari, di ridurre l’importo. Anzi, proprio in quell’occasione, fu detto dai Commissari che abbassare l’aliquota, avrebbe significato ridurre il numero dei precari impegnati al Comune. Strana questa battaglia che inizia ad agosto, culmina con l’assemblea, con un’aliquota che rimane tale e si conclude con l’abbandono del prefetto Tramonti, incolpevole o colpevole di aver applicato la legge e non essersi piegata ai voleri di nessuno? Se così fosse, sarebbe veramente desolante. Pochissimi, rispetto a quelli esistenti, gli argomenti trattati; il precariato, dimenticato o dato per scontato quanto detto dai commissari, relegandone l’esistenza come alternativa all’abbassamento dell’aliquota. La questione dell’occupazione, turismo, agricoltura, attività commerciali, non sappiamo come intendano affrontare il problema gli appartenenti al sedicente art 1. Non ultimo, le famiglie indigenti, sì perché a Racalmuto esistono famiglie che hanno difficoltà a procurarsi il necessario per vivere, ci sono mamme, bambini ai quali manca la fetta di pane. Mi dispiace, Giuseppe Guagliano, non siamo soddisfatti delle rocambolesche e carenti risposte ricevute, non ci convincono. Proprio perché parliamo del destino di Racalmuto, è d’obbligo la TRASPARENZA e non mi sembra che in questo, il suo sedicente comitato abbia brillato. In un recente post, molti si sono sbizzarriti attaccando quanti scrivono su Castrum. Commentavo tristemente di questo – non per gli attacchi - con “l’istruttore che mi avrebbe dato la patente di intelletuale” come qualche imbecille – perdonate la licenza – ha decretato. Eravamo concordi nell’affermare che tutti gli attacchi vorrebbero significare un unico appello: quello di non impicciarsi degli affari del paese, di lasciare scorrere le cose come vanno o come qualcuno ha deciso, a priori, che debbano andare. Un’affermazione, insomma, che a Racalmuto, per certa gente, va bene così e che nulla deve cambiare. Tutto ciò è molto triste, perché denota non un cambiamento, neanche la voglia di attuarlo, ma afferma il vecchio, stantio, nauseabondo modo di pensare e agire  e rispondere dicendo tanto per non dire nulla che non servirà mai a risolvere i problemi del paese e a far progredire Racalmuto.

Racalmutese Fiero
Stampa il post

giovedì 13 settembre 2012

IL DIBATTITO CONTINUA

Volutamente anonimo ribatte a Giuseppe Guagliano. Per quanto riguarda l’invito a riproporre le domande poste al comitato Art 1, nessuno avrà difficoltà a riprenderle dai commenti dello stesso autore del post: “VOLUTAMENTE ANONIMO” pubblicato in data 9 settembre 2012.




Cari amici "virtuali" di Castrum e blogger, onestamente dalla risposta di Guagliano ne sono rimasto talmente deluso da perdere la grinta e la motivazione ad insistere ancora a fare domande precise, così come ho fatto per ben 2 volte.
Invito i blogger, se è possibile, nel riformulare loro le domande copiandole dai commenti da me scritti nelle altre pagine, in modo tale da rendere vivo il pensiero a Guagliano e ad altri aderenti al comitato art 1 che,qualora avessero voglia e argomenti per rispondere,sappiano che ancora tutte le domande sono rimaste palesemente senza risposta, salvo quella sugli aderenti, che a dire del Guagliano sono un centinaio, sono di posizione politica trasversale e quindi il comitato non ha una linea politica ben precisa; per il resto tutti i quesiti sottoposti non hanno avuto risposta o non si vuole dare risposta.
A pensare male si fa peccato ma spesso si indovina, dice Andreotti,ed io come altri pur pensando convintamente che dietro la battaglia immondizia vi è in atto una vera e propria spettacolarizzazione populista e demagoga da parte del comitato, abbiamo voluto capirci di più, FORMULANDO QUESITI BEN PRECISI E SPECIFICI, con l'auspico d'aver pensato male e di ricrederci qualora il comitato ci avesse fatto capire davvero delle propri intenzioni-obiettivi rispondendo a dei quesiti che appartengono a tutti i Racalmutesi; purtroppo, visto il continuo divagare del presidente Guagliano ci è impossibile ricrederci,anzi se ne è avuta conferma che il nostro pensiero era perfettamente giusto,indovinando.
Ovvio che non si comprende perchè debba rispondere necessariamente Guagliano dato che il comitato consta di un centinaio di unità, come ci si dice; potrebbero rispondere loro oppure, non vorremmo azzeccare anche questo pensando male,chi ha aderito non sa manco di cosa si dovrà occupare lo stesso comitato e qual'è la tabella di marcia dei punti programmatici del comitato e non di cosa pensa Guagliano il quale ci invita ad andare a spulciare sul web i suoi scritti; ma Peppe, se il comitato è nato ora, i tuoi vecchi scritti cosa c'entrano? quelli rappresentano il tuo personale pensiero e non quello del comitato tra l'altro partorito di recente e non mesi e mesi addietro; sarà forse per questo che l'altro centinaio di membri non può rispondere al tuo posto a nome del comitato?
Sono quesiti ,sì pungenti, ma frutto di inevitabile conseguenza logica dal tuo ragionamento, caro Peppe.
A dire il vero si ricordano i tuoi ragionamenti pubblicati sul web, le tue proposte, e soprattutto il linguaggio chiaro e preciso specie quando facevi opposizione prima a REstivo e poi Petrotto; comparato quel linguaggio all'odierno tuo tergiversare con linguaggio prettamente da politico, tipo una lunga serie di scatole cinesi tutte vuote e inconcludenti,si nota perfettamente la differenza poichè si comprende la tua odierna aspirazione, ovvero, contrariamente a quanto dici, volere esprimere il tuo futuro candidato sindaco già da tempo designato nei tuoi progetti ecco perchè puntualmente blog e azioni plateali in piazza hanno il linguaggio tipico da campagna elettorale; e notoriamente non sono l'unico ad averlo compreso poichè chiunque ascolta,legge e analizza.
Ai tempi dell'opposizione a Petrotto quel linguaggio oltre ad essere preciso, chiaro e diretto a volte era addirittura indirizzato ad interlocutori con tanto di nome e cognome;altro che prudenza! oggi è necessaria la prudenza perchè si deve guadagnare consenso e quindi il linguaggio diretto fatto anche con nomi e cognomi diventa rischioso ai fini elettorali; ma c'è qualcuno che può pensare che questo non si nota e non si comprende? il divagare le domande, in particolare qualche domanda, si presume che è proprio per questo motivo. Anche un solo anonimo può rappresentare l'idea di centinaia e centinai di persone, ecco perchè fin quando l'idea anonima è garbata e non offensiva va rispettata, perchè non capisco dove sta la differenza se la medesima idea è riferita da chi ti incontra in piazza.
Se non si vuole, come si suol dire, portare a mala figura ciò che già quanto meno ha arrecato stupore ed incredulità nelle tue risposte talmente ovvie da essere inconcludenti, si invita Guagliano, quando potrà,o chi per lui a dare, se c'è voglia e possibilità,esaurienti risposte alle domande già insistentemente formulate nelle pagine precedenti di questo blog, fiducioso che i blogger mediante, magari, azione di ripubblicazione dei quesiti oggetto del dibattito non lasceranno spazio alle nostre amnesie.
Grazie

ad maiora
VOLUTAMENTE ANONIMO.


Stampa il post

mercoledì 12 settembre 2012

ART. 1 RISPONDE

Riceviamo le risposte di Giuseppe Guagliano, rappresentante del comitato cittadino Art 1, alle tante domande poste dai lettori. Il dibattito rimane sempre aperto. Il blog si rende disponibile ad accogliere commenti e proposte che, in maniera civile e democratica, esprimano i pareri di una Racalmuto che, finalmente, abbia voglia di dialogare, contribuendo a risolvere i problemi del paese.


Dopo aver letto il commento di Munafò, che per altro immagino chi sia, per un momento si è impadronito di me lo sconforto; superato il quale,altrettanto rapidamente, cercherò di offrire ai lettori interessati di questo blog qualche spunto in risposta ai quesiti rivolti al Comitato art. 1.

Per evitare confusione ripeterò la domanda a cui cercherò di far seguire una risposta esauriente.

-Si afferma che l'Asseemblea Cittadina si è trasformata in un’ammucchiata politica. Non si può negare l'evidenza, dell'inopportunità dell'intervento di qualche personaggio politico, tuttavia mi sembra un giudizio ingeneroso e affrettato; non si può negare a nessuno il diritto di parola in una pubblica assemblea, si può fare in modo di limitare loro lo spazio con interventi della società civile che purtroppo ad oggi continuano a latitare.

-Voglio sostituire la parola rischio usata,  impropriamente, nella mia precedente nota,con prudenza nei confronti degli stessi anonimi per non voler rischiare fraintendimenti come già successo; è mia abitudine dire quello che penso, con garbo, senza preoccuparmi di pestare i piedi a chicchessia per fatti riguardanti la politica.

-Quanto all'elenco degli aderenti al Comitato art. 1 non è stato ancora pubblicato sul sito per mancanza di tempo,verrà reso noto quanto prima vi posso anticipare che le adesioni sono più di un centinaio e contiamo di arrivare a molti di più.

-Faccio appello all'intelligenza di chi legge; come potrei mai dire che il Comitato ha un'area politica definita!

-Gli aderenti sono trasversalmente rappresentativi di ogni area, compresa quella della non politica.Il motto del Comitato Art. 1 è: "lavoriamo per il buon governo della città"

-E' ovvio ed auspicabile che da un movimento che coinvolge trasversalmente l'intera società possano scaturire persone disponibili ad impegnarsi direttamente in politica ognuno dove riterrà più opportuno.

-Di sicuro posso dire che ad oggi non c’è e non ci può essere nessun disegno  preordinato a favore di qualcuno ne per aspiranti Sindaci, Assessori o Consiglieri che siano.

-La Costituzione garantisce a chiunque il diritto di ricoprire qualsiasi carica pubblica, purchè ne abbia i requisiti di legge. ( poi ci sono i motivi di opportunità politica e sociale che sono un’altra cosa)

-E chiaro che in ogni caso bisogna avere il consenso che si deve acquisire sul campo.Il nostro campo è quello dell’attivismo e dell’impegno sociale ad ogni livello.

-Per quanto riguarda il decreto del 26/6/’12 non ne eravamo assolutamente a conoscenza, e il Commissario stesso del comune ne negava l’esistenza.Sono stato io personalmente ad andare a ricercarlo nei meandri del comune e farlo pubblicare in rete alla visione di tutti, anche vostra.

Per quanto riguarda tante altre domande, richieste e chiarimenti, vista l’ora voglio fare appello alla tua memoria o capacità di ricerca in rete caro V. Anonimo; troverai tanti documenti dove ho già dato in buona parte risposte, chiarimenti e proposte.Forse è il caso che raccolga in opuscolo, quanto prima, tutto questo materiale per distribuirlo nuovamente.La prossima volta, prima che qualcuno giustamente me lo chieda, dovrò chiarire e parlare della vicenda della Pro Loco a 360°.Mi scuso in anticipo nel caso non fossi stato sufficientemente chiaro, ma sono una persona che fa un grande sforzo per riuscire ad avvicinarsi dialetticamente a molti illustri frequentatori della rete.

G. Guagliano

Stampa il post