giovedì 20 settembre 2012

LA QUESTIONE MORALE


Si fa sempre più pressante il dibattito nazionale sulla questione morale e sulle decisioni che deve prendere il Parlamento sulla candidabilità di uomini politici condannati o ancora sub judice (ovvero con carichi giudiziari pendenti). Una questione che gran parte di politologi e statisti mettono al centro del problema italiano. Ritengo che la questione morale appartenga a ciascuno di noi e debba essere una regola di vita ancorché una questione politica.

La questione morale non si esaurisce nel fatto che, essendoci dei ladri, dei corrotti, dei concussori nella politica e nell'amministrazione, bisogna scovarli, bisogna denunciarli e bisogna metterli in galera. La questione morale, nel recente passato di Racalmuto, fa tutt'uno con l'occupazione del municipio da parte di certi politici e certi partiti , fa tutt'uno con la guerra per bande, fa tutt'uno con la concezione della politica e con i metodi di governo di costoro, che vanno semplicemente abbandonati e superati.

Credo che sia prudente da parte di organi di comunicazione valutare attentamente la cessione di spazi a politici che sono stati condannati per reati riconducibili alla loro attività di governo e sottoposti a misure di prevenzione dell'interdizione politica per fatti riconducibili allo scioglimento per infiltrazioni mafiose al comune di Racalmuto, al fine di poter allontanare e superare certi metodi di governo messi in atto da costoro in maniera scientifica, per un ventennio.

La passione politica è finita? Per me credo proprio di no.

Ma per gli altri politici? Non voglio dar giudizi e mettere il piede in casa altrui, ma i fatti ci sono e sono sotto gli occhi di tutti. I politici che abbiamo conosciuto sino ad oggi sono soprattutto paludate macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile  zero. Perseguono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli senza perseguire il bene comune.

Ecco perché i partiti possono provare d'essere forze di serio rinnovamento soltanto se finiscono di essere un coro di muti che ascoltano i loro silenzi ed aggrediscono in pieno la questione morale andando alle sue cause politiche. Quel che deve interessare veramente è la sorte del paese. Se si continua in questo modo, a Racalmuto la democrazia rischia di restringersi, non di allargarsi e svilupparsi; rischia di soffocare in una palude che un tempo fu il paradiso degli  ortolani.

Ignazio Scimè
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10 commenti:

  1. Una morale che sappia riconoscere che c'è un tempo per ogni cosa; un tempo per fare e un tempo per mettersi da parte

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  2. Più che passione, lo definirei interesse politico. La passione ce l'hanno fatta passare. Non solo, hanno avuto ed hanno ancora il coraggio di criticare, non il ritegno di tacere completamente. Ognuno di noi vanta simpatie per questo o quel partito, anche io. Ma la politica passata mi ha fatto vergognare di dichiarare a voce alta da quale schieramento mi sentissi rappresentato.

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  3. « La questione morale esiste da tempo, ma ormai essa è diventata la questione politica prima ed essenziale perché dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia nelle istituzioni, la effettiva governabilità del paese e la tenuta del regime democratico. »


    (Enrico Berlinguer, da un'intervista a la Repubblica del 28 luglio 1981)

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  4. A proposito di Enrico Berlinguer, grande ed amatissimo politico, non pensate che fosse lui a dirigere la baracca, il segretario locale o quello provinciale non avrebbero preso immediatamente posizione rispetto alle proposte fatte in questo blog?, e invece silenzio siderale.

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  5. GENITORE ETICO-POLITICO MA SEMPRE INCAZZATO20 settembre 2012 alle ore 13:02

    A questo ragionamento più che giusto di affidare la politica ad uomini con il pedigree etico-politico ineccepibile, ovvero avente alta moralità, agendo secondo il "buon padre di famiglia", aggiungerei o meglio escluderei dalla gestione della cosa pubblica, tutti quei presunti politici (così si spacciano loro), che hanno ottenuto un posto pubblico grazie alla raccomantitio sine qua non!!! L'uso della raccomandazione arreca un danno irreparabile, infatti spesso negli uffici pubblici ci sono dipendenti poco professionali, poco competenti non adatti per quel posto ricoperto. Ed invece chi davvero ne avrebbe i requisiti si ritrova ad emigrare per lavorare!!

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  6. Caro anonimo delle 12,59, non lo sai che nel nostro paese gli appartenenti ad un certo schieramento politico si sono estinti con la morte di Eugenio Messana? Alcuni portano ancora i baffetti, ma per il resto non sono diversi da quelli di centro e quelli di destra. Insomma il loro modo di comportarsi è alla stessa maniera di quello degli altri, per capirci. I sentimenti alti non abitano più nel nostro paese, è rimasta l'arroganza e l'egoismo, che Dio li perdoni..... .

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    1. Scusi ma ho dovuto modificare leggermente il suo commento pur lasciando intatto il contenuto.

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  7. Arrivata a l’interessi nun c'è nè destra nè sinistra, sunnu tutti a la stessa manera senza russura e mancu si vriognanu. Lu populu c acridi a tutti cosi li vota ogni vota.

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    1. Anche per lei vale lo stesso come sopra, una piccola modifica ma lo stesso senso.

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  8. Signor Scimè,
    lei nel suo articolo parla di politica e di morale. Ma la morale dovrebbe riguardare anche tutti i cittadini. Non mi aspettavo certo che i politici parlassero ma avrei gradito che a farlo fossero i cittadini. Come quando viene attaccata una singola persona e la rete si scatena con le critiche. Quando invece sotto accusa è la politica, non c'è nessuno che manifesta il suo pensiero.
    A.M.

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