mercoledì 9 gennaio 2013

CONSEGNATI ALL’ OBLIO


Il recente passato consegna  documenti e quanto altro che ci lasciano attoniti, sperduti, spesso devastati. Il passato è un calderone dove non è difficile perdersi e ancor di più districarsi per poi non ritrovare quel bandolo della matassa necessario per capire davvero,  perché qualcuno potrebbe convincerci e raccontarcela a suo modo.

Non c’è forma migliore per comprendere una comunità e le sue dinamiche se non attraverso il passato e nonostante questo sia spesso disponibile a tutti, non è difficile riuscire a rimanerne inutilmente scandalizzati. Vi  sono fatti appartenenti ad oggettivi periodi del passato che è strano ancora riescano a suscitare stupore, incredulità, sdegno. Oggi, forse, è più facile riuscire a trattare quegli eventi con più distacco, anche se nel giudizio comune sono stati evidentemente eccessivi per quel poco che davvero è stato ottenuto.  

C’è, giustamente, chi crede e sostiene che fautori di azioni dannose debbano essere rigorosamente puniti e successivamente consegnati all’oblio, ma  non certo riassorbiti all’interno di un sistema, di una comunità, che con il loro agire hanno pesantemente danneggiato. Così che quei fatti, diventati inevitabilmente simboli negativi di un paese, dovrebbero suscitare solo condanna e non attuale polemica. Comunque sia, nonostante evidenti trascorsi, autori di quei fatti passati si fregiano di ambite condizioni.

Ancor peggio è pensare al sistema che certi individui li tollera, li cerca e concede loro risalto che  persone che hanno condotto una vita irreprensibile nemmeno si sognano. Come posso io dire a mio figlio che si farà avanti nella vita con l’onestà, lo studio e l’impegno ? Gli adulti di oggi erano ragazzi normali, giovani che hanno interpretato il mondo con il filtro di chi cercava di apprendere come emergere e realizzarsi. Se persone così hanno raggiunto determinati livelli, essendo stati  simboli  di un certo passato, come possiamo dire ai nostri giovani  di adesso e non solo a loro che, in fondo, esprimersi con l’onestà serve?

Ho profondo rispetto per chi riconosce i propri errori ed è disposto ad accettarne le conseguenze,  ma ne ho molto di più per chi dopo ripara nell’anonimato, quel rigoroso oblio che certe figure dovrebbero ricercare come l’ossigeno…ma purtroppo non sempre accade.

Racalmutese Fiero
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