mercoledì 16 gennaio 2013

L’ EDUCAZIONE SENTIMENTALE


Uno dei lati positivi dell’insegnamento è senz’altro lo stare a stretto contatto con i ragazzi. Mantiene giovani, attivi, vitali, motivati, inevitabilmente aggiornati su molte cose. Se non si è tanto “distratti” si è testimoni diretti del periodo più intricato, problematico, sorprendente, meraviglioso della loro vita:  la loro crescita fisica, intellettuale, sentimentale. Un privilegio ma anche, per chi la sente, una grande responsabilità.
Si tratta di adolescenti e quindi esseri in divenire.  In loro vi è, in nuce,  l’adulto di domani. La personalità  “affiora”nei comportamenti ma, anche, nelle  omissioni e fragilità.
Stare tra i banchi insieme a loro significa condividere anche le loro inquietudini. I ragazzi, se hanno qualche problema, si aprono con chi veramente pensano meriti la loro fiducia, chi sentono che  li ascolta con attenzione e interesse. Quando qualcosa li turba allora si confidano. Parlano.
Il turbamento però, a volte, è anche dell’insegnante.
Capita di sentirsi raccontare dalle ragazze(ma anche qualche ragazzo ne è coinvolto), che,  per il fatto di stare insieme con il loro” amato”, non devono vedere più  gli amici,  non devono parlare più con questo o con quello, a prova e dimostrazione del loro AMORE.  Devono dare passwords varie di cellulari, profili  facebook  e quant’altro. Questo,  su espressa richiesta dell’amato. Alcune, sopportano,” per amore”, anche maltrattamenti fisici.
L’amore diventa quindi un sentimento “a togliere”. Togliere amici,  togliere libertà,  togliere dignità,  ecc…Questa sembrerebbe essere la “normalità” dei tempi. Non scandalizza per niente e le ragazze  accettano  questo dato di fatto. Molte,  per un tale comportamento, trovano anche giustificazioni che fanno mettere le mani ai capelli solo a sentirle. Un bella pietra tombale sull’emancipazione femminile, se mai c’è stata.
Faccio allora una riflessione  a voce alta: se una ragazza, oggi,  si mette assieme ad un ragazzo, ne diventa proprietà? Una ragazza cerca  qualcuno che  la faccia sentire amata, che la renda felice e le dia conferme di quanto importante, unica,  lei sia per l’altro. Qualcuno che le faccia palpitare il cuore al solo pronunciare  il suo nome. Oppure, cerca un padrone, un tiranno, che decida per lei dove deve andare, se deve andare, con chi   deve andare? La prima cosa che  a me viene in mente da dire, in questi casi,  è: “ scappa, fuggi senza perdere tempo e senza guardare indietro. Fuggi mille miglia lontano”. Nella  memoria ancora gli echi  di fatti veramente tragici e  orribili con protagoniste ragazze.
Trattandosi di sentimenti e di sentimenti di adolescenti il terreno è molto delicato e va affrontato adeguatamente.
Ma, come si devono gestire i sentimenti?  Vi è una chiara incapacità e carenza nel gestirli. Molti ragazzi pensano che stare soli è da “sfigati”. Orribile parola, che ha preso piede e viene usata largamente. Quindi è meglio stare in coppia e farsi maltrattare. Con buona pace della dignità, del rispetto, dell’ amor proprio e della propria autostima. Il concetto di libertà diventa relativo. Che tipo di rapporto ne viene fuori? Di fiducia reciproca? Come far acquisire  la consapevolezza  che alla base di tutto vi è innanzitutto il  rispetto della propria persona e quindi la non negoziabilità della propria dignità? Esigenza primaria, quindi, è quella di migliorare la  capacità di riconoscere, gestire e sviluppare i sentimenti.
Come soggetti abbiamo ricevuto varie Educazioni ma, tra queste, nessuna traccia di quella sentimentale.  Le famiglie in genere appaiono impreparate e a volte non si rendono neanche conto di quale sia la realtà. A scuola non è prevista. I ragazzi, nel doposcuola, frequentano palestre, scuole di calcio, scuole di danza, conservatori. I genitori sono ben contenti di assecondarli in queste inclinazioni. Chissà, ne potrebbero venire fuori sportivi, atleti, musicisti, artisti di primo piano. Fanno benissimo. Ma, l’esigenza di dare loro un’educazione sentimentale chi l’avverte? L’esigenza di essere un individuo maturo anche dal punto di vista dei sentimenti, l’educazione a sentire i sentimenti e a non stravolgerli con un controllo eccessivo. Ecco, pensiamoci un po’ su e cerchiamo di far nascere e coltivare questa esigenza.
L’esigenza di non  confondere il Possesso con l’Amore.

                                                                                                               Brigida Bellomo
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5 commenti:

  1. Non è facile, oggi, insegnare. Questo termine racchiude ben altro rispetto a una mera impartizione di nozioni. Non è vero che i docenti sono solamente quelli di una volta. Il terreno dove si muovono i novelli insegnanti è molto, ma molto più accidentato.
    Una docente sfiduciata

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  2. La perdita di valori. Questo è quello che caratterizza i giovani del nostro tempo. Fedeli a stereotipi non sempre moralmente trasparenti, vivono in continua contestazione, cercando a tutti i costi lo scontro. Non hanno il senso della famiglia e preferiscono innamorarsi in maniera trasgressiva per protesta a volte verso i genitori, la società.

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  3. Gentile collega, per più di trenta anni mi sono svegliato la mattina con il desiderio di raggiungere la mia scuola, i miei ragazzi. Era un piacere stare tra loro, erano uno stimolo continuo e tra loro mi sentivo un eterno Peter Pan. Poi a un tratto tutto è cambiato, la modulazione di frequenza con la quale comunicavamo è scomparsa e non riuscivamo più a sintonizzarci, niente sembrava interessarli, ipnotizzati davanti ai loro cellulari, sembravano come zombi. La società del “possesso” si era impadronita irrimediabilmente delle loro menti. Tanti i responsabili di questo fenomeno, in primis le famiglie.

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  4. Complimenti signora Brigida. Lei continua ad affrontare gli argomenti, anche più impegnativi, con garbo, eleganza e competenza

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  5. Complimenti!!! Alla Signora Brigida Bellomo un Discorso abbastanza utile

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