domenica 10 febbraio 2013

FOIBE – UN MONITO PER LE COSCIENZE


Oggi, 10 febbraio, ricorre l'anniversario della firma del Trattato di Pace di Parigi che nel 1947 fissò i confini tra Italia e Jugoslavia. Nel 2004, con legge dello Stato, questa data è stata scelta come "Giornata del ricordo dei martiri delle foibe".

Una Giornata dedicata agli avvenimenti che si consumarono tra il 1943 ed il 1947 lungo i confini orientali. Secondo alcune stime 20-25 mila italiani  furono uccisi dopo aver subito strazianti torture e violenze di vario genere. Tantissimi di loro vennero gettati nelle foibe, le voragini rocciose presenti nella regione carsica, altri nelle cave di bauxite, in fondo al mare, in fosse comuni, altri ancora morirono nei campi di concentramento jugoslavi. Migliaia gli italiani uccisi, ed altre centinaia di migliaia le persone costrette ad abbandonare le loro case, le loro occupazioni, la loro terra segnata dal sacrificio del lavoro di anni. Le foibe rappresentano una tragedia di dimensioni immense che ha inciso sulla geografia umana delle terre giuliano-dalmate.

Per decenni, il dramma complessivo vissuto dalle genti della Venezia-Giulia non è stato adeguatamente rappresentato e ne doverosamente inserito nella memoria della società e nella storia del Paese. Per lungo tempo di questa vicenda si è parlato solo a Trieste e nelle comunità dei profughi.

Da poco, invece, si è compreso che essa è un capitolo importante della nostra storia nazionale. Parlare oggi di "foibe" e di "esodo", analizzare il contesto nel quale i fatti sono maturati e capire le ragioni del silenzio può essere d'aiuto. Per rafforzare in tutti noi il senso d'identità e di appartenenza.

Oggi nessuno storico nega che sia avvenuto questo "Olocausto". Purché ci resti sempre di «monito» la coscienza  della tragedia degli Italiani martiri delle Foibe, nata dalla ferocia dell’uomo, dal disprezzo dell’altro, negazione dei diritti e dei principi di eguaglianza. 
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