sabato 2 febbraio 2013

IL FUTURO E’ NELLE “VOSTRE” MANI


Caro Carmelo, prendo spunto dal tuo commento dove, più che una domanda, fai una riflessione: “ Come si costruisce il futuro se il presente già lo mina? ”. In effetti siamo scottati da un passato che ha travolto tutto. Il minimo, quindi,  è  quello di venire pervasi dalla sfiducia, dal sospetto. Molte cose fanno  trapelare queste preoccupazioni, lasciando un senso di impotenza, solitudine e angoscia. 

Chiunque ama Racalmuto – e mi perdoni il buon Piero  Baiamonte  se abuso del termine “ama” – non è disposto ad assistere al declino di un paese, fatto di luoghi, cultura, arte, tradizioni ma, soprattutto, di appartenenza.  Chiunque ha a cuore  questo paese sarebbe  pronto ad ostacolare con ogni mezzo qualunque  lucrosa trasformazione, ogni nebuloso progetto, ogni bieco opportunismo.  A tutti dovrebbe montare una rivolta interiore al solo pensiero di recare irrimediabili, devastanti  danni  a tutta la comunità. Qui vive quello che è stato il nostro passato, in questi luoghi c’è il nostro presente e continuerà ad esserci il nostro futuro. 

Un  futuro che dovrebbe, sull’esperienza degli  errori passati, evitare che si ripetano; nessun oltraggio va compiuto, nessuna deturpazione va fatta. Tutto dovrebbe essere ricostruito, mattone dopo mattone, con lealtà, senza protagonismi e, come ho scritto in qualche post passato, rendendosi disponibili in maniera oggettiva e non soggettiva, senza pretese di conferme che attestino bravure, onestà - per la verità indiscutibili -  e ostentazione. La cooperazione dovrebbe essere il motivo trainante di ogni iniziativa.  Meritevoli azioni intraprese, non dovrebbero risentire di  antichi conflitti che oggi  rendono anche gli atteggiamenti più nobili alquanto ridicoli. 

Ci sono stati degli errori, è innegabile! Ma cosa vogliamo fare, continuare  con sottolineature del “quando c’ero io…” o incontrarsi attorno ad un tavolo  forze politiche, culturali, artistiche, liberi pensatori, anche istituzioni e, di concerto, proporre e agire secondo proprie competenze, contrastando anche, tutti uniti e con ogni mezzo, quanto di negativo possa essere partorito da opportunistiche menti?  Questo è un delicatissimo momento in cui ogni mira politicamente futurista, dovrebbe essere temporaneamente, almeno, messa da parte. 

Tutto quello che si fa a Racalmuto, specialmente in questo particolare periodo, acquista  significativo spessore. E tutte quelle persone che, con spirito di sacrificio, amore, passione, organizzano impiegando tanto del loro tempo, meritano il plauso della cittadinanza tutta  e non solo. Ben vengano, quindi, manifestazioni, spettacoli, recital a carattere locale che, in una realtà piccola, del profondo sud, quale  Racalmuto, rappresentano un notevole passo avanti e denotano che almeno una parte dei racalmutesi è pronta a muoversi,  vuole fare sentire  un fermento in essere. Se poi si tratta, come nella prossima occasione organizzata dai professori Campanella e Carbone, di portare in scena commedie, poesie inedite del  Tinebra Martorana, illustre compaesano del passato, il successo è  assicurato anche con costi abbastanza contenuti. 

La mia visione, però, pur plaudendo insieme a tanti, è ben altra. Racalmuto, se vuole sfruttare le strutture, in un’ottica di ritorno economico e  di immagine, dovrebbe pensare in grande, dovrebbe prendere coscienza che questo paese è conosciuto in tutto il mondo o almeno da quella parte che mastica letteratura, come il paese di Leonardo Sciascia, scrittore del ‘900, apprezzabile o non secondo linee di personalissimi pensieri. E quindi:  il Teatro, con rappresentazioni di famose compagnie, la  Fondazione,  con l’organizzazione di conferenze, incontri culturali con personaggi famosi e con l’istituzione di eventi annuali (come esempio mi viene in mente Erice, il centro ricerche di Zichichi che faceva confluire nel trapanese  i più grandi scienziati del mondo), il   Castello Chiaramontano,  con mostre di artisti affermati ed eventi culturali e di spettacolo. Non possiamo pensare di ridurre tutto esclusivamente ad apprezzabilissime  recite ma  di contenuto locale,  azioni e contenuti, ripeto per non essere frainteso, più che  meritevoli. 

Ma proiettarsi e proiettare finalmente il paese verso ampi orizzonti fatti di altruistici impegni di onesta, oggettiva attuazione. Altrimenti, come dici tu, sarà un paese decurtato da ampie possibilità  ancor prima di un qualunque inizio.

Salvatore Alfano
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2 commenti:

  1. Condivido il discorso. Ma è tutto tempo perso, dia retta a me. La gente stravolge fatti e intenzioni, scambiando queste ultime per adulazioni,mai interpretazione fu più errata.E a tutti i costi,negando il prima, durante e dopo, vogliono farsi ragione. Ma le persone, si sa, sono strane; spesso i loro insegnamenti, le loro parole, cozzano con i comportamenti, specchio dell’intimo e autenticità dell’ essere.

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  2. All'Anonimo che ha inviato il commento per ben due volte. La prima non pubblicato e la seconda, mi vedo costretto a fare lo stesso. Per i motivi che mi permetto di spiegare: non pubblico commenti dove si avanzano estromissioni, sostituzioni e altro, aggiungendo pareri personali circa la capacità o meno di svolgere determinati compiti e dove si dice che altri lo farebbero di gran lunga meglio o che si favoriscono alcuni amici piuttosto che altri. Condivido alcune sue proposte circa lo sfruttamento turistico del territorio e di alcune strutture. Quando vuole che vengano pubblicati suoi articoli o commenti, come ho già avuto modo di dirle, apponga la sua firma in calce, in considerazione anche del fatto che Lei, nel suo commento, riferisce nomi. In ultimo, per chiarire: posso essere amico di tutti ma quando si parla di Racalmuto, cerco di essere più imparziale possibile. Quindi non proteggo alcuno da critiche. La ringrazio e La saluto. Salvatore Alfano

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