lunedì 11 marzo 2013

“ SAREMMO MALIZIOSI A SOSPETTARE UNA CERTA MALIZIA… “ (Dalle parti degli infedeli – Leonardo Sciascia)


Molte le persone che in questo lungo anno ho conosciuto in  paese. Alcuni si sono arrogati la paternità di avermi lanciato in quel di Racalmuto e di avermi presentato innumerevoli, degnissime e importantissime persone. Addirittura hanno fatto a gara per accaparrarsi l’esclusiva di avere attuato tutto questo per me. C’è chi, nientemeno, mi avrebbe lanciato da chiome frondose direttamente in paese e sempre da sotto quelle fronde mi avrebbe fatto conoscere le persone più in vista di Racalmuto.

E’ il fenomeno della bilocazione e della dislocazione. La prima, la presenza simultanea in due luoghi differenti, la seconda il trasferimento di una persona da un luogo a un altro; in questo caso il sottoscritto, misero sconosciuto che non avrebbe mai potuto sorbire un buon caffè in compagnia di un degnissimo racalmutese. Io avrei avuto bisogno di tutto ciò e di questo non solo dovrei ringraziare, ma dovrei essere eternamente grato, ossequioso, deferente, quasi prono e, soprattutto, affermare una condita realtà che anche se non risulta, piace dirla per comodità o per presunti quanto improbabili meriti. Non importa se questi pigmalioni li ho incontrati una sola volta in piazza in occasione della conoscenza e poi ho continuato a frequentarli esclusivamente sotto la frescura di un fitto fogliame.

Poi sempre certi personaggi non hanno mai mancato l’occasione di riferire fatti su altri, addossando colpe ai malcapitati, vantando  ragioni e meriti propri, ignari, forse che le tanto ripetutamente decantate, pregevoli azioni andrebbero riconosciute dagli altri e non ostentate da se stessi. Altri ancora si sono spinti oltre, costruendo ad arte intrecci, rocambolesche spiegazioni contorte, da veri racconti surreali.

A me piace ascoltare, l’ho sempre detto e più sto in silenzio e ascolto, più le persone parlano e parlano, non rendendosi conto di quanto via, via si scoprono. Poi mi piace sentire il parere anche degli accusati e – avrete probabilmente difficoltà a crederci – nessuno di queste “colpevoli persone” si è mai permesso di parlare male degli accusatori o semplicemente nominarli. I discorsi sono sempre stati generalmente o particolarmente rivolti al paese, esprimendo e valutando diversi punti di vista e svariate soluzioni per risolvere i problemi di Racalmuto. Non voglio trarre conclusioni, lascio ad ognuno di voi la libertà di farsi un proprio convincimento.

Permettetemi però di dire che preferisco i “pazzi”, perchè nella follia alberga l’intelligenza. Preferisco il contrasto con le persone, purchè dimostrino capacità e non appiattimento. Preferisco avere torto con chi è abile a convincermi, motivando il proprio punto di vista. Preferisco avere amici originali, mai banali, imprevedibili ma schietti. Uomini che ti arricchiscono sol perché esprimono le proprie idee in piena libertà. Preferisco chi agisce senza tornaconti ma nell’esclusiva coerenza ai propri princìpi e anche, perché no, alle proprie ambizioni. Non potrò mai temere nulla dai coerenti, dai liberi di pensiero, senza reconditi fini, sensibili ai valori dell’amicizia, del rispetto e della reciproca stima. Non amo le trame, disprezzo la calunnia. Mi infastidiscono le persone che si arrampicano sugli specchi per rendere veritiere situazioni secondo l’univoca interpretazione, incuranti  dell’intelligenza altrui e di un’educazione che impedisce risposte inadeguate. A queste persone non andrebbe mai negata la totale e perenne ragione, figlia di arrogante presunzione. Amo la libertà delle mie idee, in piena autonomia, senza condizionamento alcuno.

Per chiarire e per concludere: i buoni, disinteressati consigli, attestazione di stima e amicizia, li ho ricevuti in questi ultimi tempi da chi è stato additato e condannato dai frequentatori dei pulpiti  dalle prediche facili.

Racalmutese Fiero
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